L’intervento/ Bocciata nuovamente la sanità molisana

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(“Un clistere praticare, poi si deve salassare, infin convien purgare”)

di Massimo Dalla Torre
Non finiremo mai di scriverlo, anche perché quando si tratta di sanità, non è mai troppo quello che si esterna, ecco perché riproponiamo, a stretto giro di tempo, un articolo che potrebbe sembrare dissacratorio ma che riporta gli avvenimenti così come sono avvenuti.

Articolo che sottotitoliamo con la ricetta dettata dal professor Diaforius, personaggio principale del “malato immaginario” di Molière, pseudonimo di Jean-Baptiste Poquelin. Sottotitolo alquanto eloquente che riportiamo per commentare quello che sta accadendo nel complesso e purtroppo malatissimo pianeta sanitario molisano, specialmente all’indomani della bocciatura del tavolo tecnico sui conti sanitari. Un pianeta che certamente farebbe “pendant” con i mali del protagonista della commedia dell’autore francese che morì in scena per un colpo apoplettico. Affezione che fu scambiata per una finzione, che tale non era, perché “il dileggiatore del regno del re sole” morì adagiato su di una poltrona che tuttora si conserva nel museo della “Commedie Francaise” era il 17 febbraio 1673. Di secoli ne sono passati, di malati e di malattie anche, ma mai come quelle che, se non si corre prontamente ai ripari, ci riferiamo allo stato di “coma de passè” della sanità regionale, a breve ci porterà a “terminare” per le incongruenze della situazione che si è venuta a creare. Incongruenze che mettono in seria difficoltà un settore che, visto lo stato in cui si è giunti, è in attesa solo del distacco definitivo dei macchinari che lo tengono in vita, se di vita si può parlare. Un settore che, invece solo se si volesse, ma a quanto pare non c’è volontà, leggasi quello che è accaduto nella riunione romana, nonostante si sperava per il meglio, potrebbe tornare a nuova vita per le basi che furono poste. Le quali, avevano, e crediamo hanno, presupposti “positivi” nonostante le difficoltà che si riscontrano. Basi che, purtroppo, scricchiolano pericolosamente per il “non rinforzo” che potrebbe rimettere in opera quello che esiste senza dover apporre all’ingresso il cartello con su scritto “chiuso definitivamente per mancanza volontà. Parole che, con tristezza, amarezza e soprattutto rabbia, sono la prova provata che gli strali, i litigi e i rimbrotti, che stanno caratterizzando queste ore, hanno il valore del “due di coppe”, ossia nulli. Simbolismo da gioco di carte contraddistinto non da una S rossa che sta per salvezza ma da una S nera ossia morte. S che è “vittima”, di chi non ha programmato o non ha saputo o voluto programmare e che, interviene sulla rete, pur sapendo che quello che afferma come verità assoluta è evanescente e poco credibile. Programmazione cui non affianchiamo Organizzazione che, se attuata seriamente e non a chiacchiere, permetterebbe di far quadrare il “cerchio“non magico tanto per intenderci; anche perché le cure che si vogliono mettere in atto sono un palliativo ai mali che affliggono questo delicatissimo comparto del sistema Molise. Il quale, tra riunioni ministeriali cui sono ammessi pochi eletti, dove non si riconosce la valenza dei numeri nettamente a nostro favore sta per esalare l’ultimo respiro. Un anelito di vita che si sta spegnendo lentamente cui neanche il dottor House vista la situazione, saprebbe indicare la diagnosi e dare la cura giusta anche se con ironia direbbe: “la soluzione? Facile: basta ricomporre il puzzle della sanità e delle strutture con annessi e connessi e non abbandonare i Molisani al proprio destino”.

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